Nella pausa pranzo di oggi, stavo sfogliando il quotidiano “Il Centro” quando, in seconda pagina, scruto un articolo dal titolo: “L’Italia non è il paese di Internet“.
Andando avanti nella lettura dell’articolo, mi colpiscono alcuni dati (resi noti noti dall’Istat nel rapporto sulle tecnologie dell’ informazione e della comunicazione ad uso delle famiglie italiane): solo il 40% delle persone, in Italia, ha accesso ad internet da casa, rispetto da una media europea del 52%.
Questi dati posizionano l’Italia, in un tutt’altro che dignitoso, 15esimo posto in Europa: i capi delle classe sono Olanda (80%), Danimarca (79%) e Svezia (77%), mentre peggio di noi sono posizionate Ungheria (32%), Slovacchia (27%) e la Grecia (23%). Vicini a noi, ci sono la Francia (41%), la Spagna (39%) e il Portogallo (35%).
I motivi maggiori per cui le famiglie, in Italia, non si connettono alla grande rete sono la mancanza il pc nelle famiglie (53,9%) e il mancato accesso al web dalle abitazioni (64,4%). Invece, tra i motivi di chi non naviga in rete, c’è il disinteresse (40%) e l’incompetenza informatica (30%).
Per l’Istat, quindi, il mancato accesso alla rete è di natura socioculturale piuttosto che economico, in quanto la maggior parte delle famiglie non percepisce l’utilità di questo strumento o non si ritiene in grado di utilizzarlo.
Chi però possiede un accesso alla rete, lo usa sempre più spesso; crescono, infatti, gli acquisti online: nell’ultimo anno quasi 3 milioni di italiani hanno fatto acquisti attraverso Internet (20,6%). Nonostante questo, le imprese italiane non amano il commercio on line: l’Italia è, infatti, al penultimo posto sia per gli acquisti sia per le vendite tramite internet all’interno dell’Unione Europea.
Purtroppo, nei dati, si evince ancora una differenza sostanziale tra Nord e Sud.