Poco fa, parlando con un amico, mi è tornato in mente un quadro irreale che tanto mi ha affascinato fin da bambino: la Relatività dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher.
Nell’opera, vengono proposti tre diversi livelli di applicazione dello stesso paradosso: tre mondi paralleli e separati coesistono all’interno di un edificio in cui sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento si aprono finestre e porte da cui partono scale. Sedici figure umane si muovono nell’ambiente, suddivise in tre gruppi. Ciò che per un gruppo è il soffitto, per un altro gruppo è la parete, e ciò che per un gruppo è una finestra per un altro gruppo è un’apertura nel pavimento. Diverse realtà impossibili condividono un’impossibile convivenza.
Quest’opera ha sempre attratto la mia attenzione perchè è come se racchiudesse l’emblema della vita: le scale (c’è chi scende e chi sale, ma attenzione, è sempre relativo nell’opera..), i tanti punti di vista diversi (di vedere ogni cosa), il tutto contornato da un qualcosa di assolutamente misterioso..
Cosa ne pensate?