La leggenda narra che, già 15 anni fa, la FDA (la massima autorità Statunitense di salute pubblica) e l’industria delle bevande analcoliche americana, scoprirono che la presenza di acidoascorbico e sodio benzoato fra gli ingredienti delle bibite analcoliche, poteva produrre benzene, una sostanza altamente cancerogena, i cui livelli nell’acqua potabile sono fissati a 10 ppb dalla World Health Organization (organismo mondiale della sanità ).
L’allarme, però, è partito solo otto mesi fa di nuovo dagli Stati Uniti ed è arrivato pure in Europa, dove però diverso è stato il modo seguito per gestirlo. Le Agenzie per la sicurezza alimentare inglese, tedesca e irlandese, invece, hanno sottoposto ad analisi decine e decine di campioni e in diversi casi sono giunti a decretare il ritiro dal commercio di alcuni prodotti.
In Italia, invece, di tale notizia non si è saputo quasi niente, quasi nessun telegiornale ne ha parlato e il ministero della Salute, per il momento, si è limitato a prendere per buone le analisi affidate alle aziende interessate. Risultato: tutto sotto controllo, qualche traccia individuata ma comunque al di sotto del limite di benzene fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità che, come detto precedentemente, è di 10 ppb (dieci parti per miliardo ovvero 10 microgrammi ogni litro di bibita).
Il caso tuttavia non è chiuso, tanto che la senatrice dei Verdi Loredana De Petris, sulla base dell’inchiesta del “Salvagente”, ha presentato un’interrogazione parlamentare e alcuni produttori si stanno muovendo per garantire al massimo la tutela del consumatore.
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