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Apr
01

Nascono due nuovi servizi di Google: Checkout e TiSP

Grandi novità  dal mondo della grande G:

Google Checkout (che dovrebbe essere un’alternativa bella e buona a PayPal) promette di essere un sistema di pagamento sicuro per i propri acquisti online le cui caratteristiche principali dovrebbero essere sostanzialmente tre:

  1. con un solo account Checkout è possibile acquistare in tutti i negozi online affiliati
  2. una maggiore sicurezza delle transazioni, quindi i pagamenti non autorizzati saranno praticamente impossibili
  3. semplicità  di utilizzo

Fare un’acquisto usando Checkout come sistema di pagamento comporterà  per i negozianti un addebito di 20 centesimi per transazione più il 2,2% del prezzo dell’acquisto.

Google TiSP è il nuovo servizio gratuito(ancora in beta) di banda larga casalinga senza fili. Iscrivendosi al servizio (purtroppo, per ora, è possibile solo in USA e Canada), si riceverà  un pacchettino contenente un router wireless, cavo in fibra ottica, cd di installazione, guida e, addirittura, anche un paio di guanti

L’idea alla base è tanto semplice quanto geniale: basta srotolare il cavo in fibra ottica, infilarlo nel water e, in pochi secondi, avverà  la connessione ad un nodo TiSP posto in uno degli innumerevoli punti della fogna pubblica in cui Google ha preventivamente installato la propria rete a fibra ottica. Poi basterà  collegare l’altra estremità  del cavo al router, utilizzare il cd di installazione e, nel giro di un’oretta sarà  possibile collegarsi a internet via wireless ad una velocità  ragguardevole.

Se volete saperne di più clickate qui e/o leggete le FAQ!

UPDATE DEL 02/04/2007

Avete notato la data dell’articolo? Essì.. proprio il 1° aprile! Gran bello scherzo quello di Google, non trovate?! :-)

Ah, Google Checkout, invece, non è uno scherzo :-)

Apr
01

Il falso mito del binomio Coca Cola e Aspirina

E’ una credenza molto diffusa che bere un bicchiere di Coca Cola, nel quale sia stata sciolta un’Aspirina, abbia effetti molto simili a quelli delle droghe pesanti, se non addirittura proprietà  afrodisiache.

Ammetto la mia ignoranza, ma io solo oggi ho saputo che è solo una leggenda metropolitana!

Infatti, come dice la Bayer (ovvero l’azienda che produce l’Aspirina) qui, l’abbinamento è innocuo e in determinate circostanze può anche rivelarsi benefico: “La Coca Cola, contenendo caffeina, non interferisce con il meccanismo d’azione del farmaco ma ne aumenta le proprietà  analgesiche“.

Mar
25

Utilizzare la Fonera come Repeater e Access Point

Grazie all’ottimo lavoro di Antonio Anselmi, ora è possibile configurare la Fonera per funzionare come ripetitore e access point (ovviamente senza alterarne le funzionalità ), direttamente dall’interfaccia web: questo è possibile grazie ad una pagina di configurazione costruita ad hoc per lo script ponte2. I dati immessi nella form vengono recuperati da un cgi (realizzato in bash) e scritti nel relativo file di configurazione (sito in /etc/ponte2.conf).

Il pacchetto con i file è stato da me modificato (e prontamente inviato anche ad Antonio che ha approvato il lavoro) al fine di rendere “la sua installazione” più facile anche per gli utenti meno esperti.
Per installarlo è necessario avere l’accesso SSH alla Fonera (chi non sapesse come fare, trova tutti i dettagli del caso in questo post) ed eseguire i seguenti comandi:

# cd /tmp
# wget http://downloads.sourceforge.net/ponte2/ponte2-20070627.tar.gz
# cd /
# tar xzvf /tmp/ponte2-20070627.tar.gz
# reboot

Et voilà ! Aspettate qualche minuto e accedete all’interfaccia web della Fonera digitando sul browser l’indirizzo IP che gli avete assegnato (di default, per la rete privata, è 192.168.10.1) e, se tutto è andato a buon fine, dovreste vedere una pagina tipo questa:

Fonera e Ponte 2

ora, per configurare la Fonera con repeater e access point, clickate sulla voce ponte2 configuration page ed inserite le informazioni richieste.

UPDATE DEL 31/03/2007

Antonio Anselmi ha inserito nuove features allo script (anche il supporto WPA sul quale molti di voi stanno sbattendo la testa :-) ):

  • autenticazione bilaterale WPA (modulo sperimentale) che necessita dei pacchetti: wpa_supplicant e libopenssl (scaricabili dal sito di Antonio)
  • aggiunta la possibilità  di inserire il port forwarding
  • fissati alcuni bugs sulla autenticazione WEP
  • rimozione del supporto per l’editing del file di configurazione

UPDATE DEL 11/04/2007

Antonio Anselmi (che ringrazio per la segnalazione) ha inserito un articolo che descrive in dettaglio il funzionamento dello script ponte2 e che spiega come configurarlo correttamente usando l’interfaccia web da lui sviluppata. L’articolo è reperibile a questo indirizzo.

UPDATE DEL 02/05/2007

Antonio Anselmi (che ringrazio ancora una volta per la segnalazione) mi ha segnalato la possibilità  di creare, con la beta 0.30 di ponte2, oltre ad un Repeater AP, anche un Fon hotspot (mantenendo così fede all’impegno preso con Fon).

Diventa così facile creare una “catena” facendo in modo che ogni Fonera si associ al Repeater AP di quella precedente e crei a sua volta un suo Repeater AP (che faccia da approdo per la Fonera che segue) ed un relativo Fon HotSpot. Ovviamente ogni Repeater AP viene protetto da chiave WEP o WPA.

Antonio è riuscito ad utilizzare il suo portatile associato alla seconda Fonera ad una distanza di circa 350 metri dal punto fisico di connessione, utilizzando 3 hop wireless (con Fonere e portatile separati da muri).

UPDATE DEL 20/05/2007

Aria di novità  nella nuova release 1.0.3-ff dello script ponte2: la più interessante è ponte2fon che consente di creare al volo un FON_AP (senza “l’AP ripetitore”) agganciando o una Fonera standard o qualsiasi altro AP/router.
In pratica serve ad estendere l’hotspotting creato da una Fonera che funziona con il firmware standard o a crearne uno nuovo, ma prendendo la connettività  internet da una WLAN piuttosto che da una wired LAN.

UPDATE DEL 29/06/2007

Nuova versione dell’ottimo script che include la possibilità  di fare un un wireless mesh network. Tutta la documentazione del caso potete trovarla qui.

Mar
24

Wind e cambio (forzato) di profilo tariffario

Qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio dalla Wind con scritto: “Gentile Cliente, dal 01/05 il suo piano tariffarrio Wind 10 diventerà  Wind 12. Per info sulle nuove condizioni chiami il 158“.

Per chi non lo sapesse, il piano tariffario Wind 12 prevede una tariffa, applicata per chiamate verso qualsiasi numero, di 12 centesimi di euro al minuto, uno scatto alla risposta di 16 centesimi (che con Wind 10 era di 15 centesimi), 15 centesimi per ogni SMS e notifica SMS (contro i 10 dell’offerta precedente), 60 centesimi per gli MMS. Inoltre, le videochiamate verso cellulari Wind costeranno 50 centesimi al minuto, mentre quelle effettuate verso altri operatori,1 euro al minuto.

Alle molte lamentele degli utenti la Wind ha risposto che questa modifica avviene in conformità  all’articolo 2.4 della carta dei servizi. Di opinione diversa sono le associazioni dei consumatori: il presidente di Generazione Attiva, Andrea D’Ambra, segnala di aver inviato, lo scorso venerdì, un esposto ad Agcom e Guardia di Finanza. “Wind – afferma D’Ambra – non può modificare unilateralmente il piano tariffario scelto dal cliente. Siamo in presenza dell’ennesimo abuso. L’Agcom intervenga!“.

L’associazione, inoltre, ha inviato all’Antitrust un esposto per pubblicità  ingannevole: “dopo i messaggi che per giorni hanno invaso giornali, tv e radio veicolando informazioni che lasciavano intendere come, quella dell’eliminazione dei costi di ricarica, fosse stata una spontanea scelta degli operatori e senza minimamente far riferimento all’obbligo derivante dal Decreto legge che ne ha imposto l’abolizione“.

Anche il Codacons ha chiesto l’intervento dell’Authority delle Comunicazioni, poichè: “quella di Wind è una strategia che di fatto impone cambi di piani tariffari e rincari arbitrari, e sostanzialmente elude il Decreto Bersani“.

L’auspicio di noi consumatori è che l’Authority prosegua nei propri controlli, sulla base dei piani tariffari pre-abolizione dei costi di ricarica, altrimenti il beneficio portato dal decreto Bersani rischia di essere solo transitorio e facilmente eludibile.

UPDATE DEL 30/05/2007

Non si placano le proteste degli utenti di Wind, inviperiti per la prospettiva di un passaggio forzato dal piano tariffario Wind 10 alla meno conveniente offerta Wind 12. E sono aumentate le iniziative volte a contrastare la decisione dell’operatore da parte di associazioni di consumatori e di semplici cittadini.

Per informazioni più dettagliate vi rimando a questo articolo di Punto Informatico.

Mar
22

Spreco meno subito

Raccolgo l’invito di Andrea Beggi a ricordare che il 22 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, AMREF lancia la campagna “Spreco meno subito” per scoprire l’immenso valore della risorsa acqua.

22 marzo – 22 aprile, un mese acqua-sostenibile: un appello a ridurre gli sprechi in Italia e una raccolta fondi per portare acqua potabile e igiene nelle scuole del Nord Uganda.

AMREF
Forse non tutti sanno che il 18% della popolazione mondiale vive senza accesso all’acqua potabile, mentre ogni giorno circa 6 mila persone, in maggioranza bambini, muoiono per cause variamente collegate all’acqua.

Ma purtroppo queste sono verità  ignorate, e così lo spreco della risorsa più preziosa continua a crescere, non solo nei paesi del Sud del mondo ma anche nelle società  più avanzate: anche in Italia l’acqua è sprecata, inquinata, ignorata come qualcosa di ovvio, che sarà  sempre a disposizione.

Il nostro è un consumo eccessivo, fatto in buona parte di sprechi evitabili: per combattere questi sprechi e per farci sentire più vicini a chi è costretto a vivere “a secco” AMREF, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, si impegna da anni in progetti di sensibilizzazione.


Chi risponderà  all’appello “Spreco meno Subito” potrà  contribuire alla costruzione di 20 cisterne per la raccolta di acqua piovana nelle scuole del Nord Uganda, un’area tradizionalmente piovosa ma duramente colpita dalla guerra civile
.

Per concludere, ecco le 10 regole d’oro per sprecare meno subito!

Inoltre, per chi volesse appoggiare la campagna, ecco un bannerino da inserire nei vostri siti/blog:

Sprecomeno subito

Mar
21

Nuovo concorso “Vinci con Skype”

Sfidate la fortuna con il nuovo concorso “Vinci con Skype”!

Per partecipare subito clickate qui, inserite il vostro indirizzo email e, dopo poco tempo, vi arriverà  una email con un link. Clickateci sopra ed è fatta: un sistema elettronico regalerà , in maniera random, un telefono al giorno al più fortunato.

I telefoni in palio sono questi:

  • SMC WiFi Phone, router FON (la famosa Fonera!), 500 minuti di telefonate SkypeOut e 12 mesi di Skype Voicemail (del valore medio al pubblico di €. 139,00 cad. IVA esclusa)
  • Balthazar Blundle: telefono cordless Philips VolP841, telefono USB Philips Vol080 e 500 minuti di telefonate Skype Out (del valore medio al pubblico di €. 179,00 cad. IVA esclusa)
  • RTX DUALPhone 3088 e 300 minuti di telefonate SkypeOut (del valore medio al pubblico di €. 139,00 cad. IVA esclusa)

Buona fortuna :-)

Mar
16

Come costruire una antenna wireless elicoidale

Vi annuncio con immenso piacere che il vincitore del contest, indetto da me qualche settimana fa, “Scrivi un articolo e riceverai (gratis) una Fonera!” è Savy.uhf che mi ha inviato non uno, ma addirittura due interessantissimi articoli.

Il primo riguarda la costruzione di una antenna wireless elicoidale e potete scaricarlo clickando qui.

Il secondo, invece, descrive come “moddare” una periferica usb wireless della Asus per essere utilizzata con l’antenna di cui sopra. L’articolo potete scaricarlo clickando qui.

Complimenti di nuovo a Savy.uhf che si è aggiudicato l’invito per ricevere gratuitamente a casa una Fonera!

Mar
13

Hack de la Fonera/5 – Come aprire la porta SSH al firmware 0.7.1-r2

Notizia dell’ultimo minuto: due tedeschi (precisamente Stefans Datenbruch e Michael), hanno trovato un hack per aprire la porta SSH anche sulle Fonere equipaggiate (di fabbrica) con firmware 0.7.1-r2!

Per chi volesse provarlo subito, può seguire le seguenti istruzioni:

  1. cambiate il nameserver della Fonera in 88.198.165.155 (la voce è presente nell’interfaccia web in Avanzato -> Connessione Internet -> Server DNS. Nel caso in cui utilizziate la connessione tramite DHCP per cambiare nameserver fate così: dell’interfaccia web della Fonera clickate sullo Stato, segnatevi Indirizzo IP e Indirizzo gateway, andate in Avanzato -> Connessione Internet, cambiate il Modo da DHCP a IP statico e reinserite i dati che vi eravate appuntati, con l’eccezione del server DNS che dovrà  essere 88.198.165.155 e della Maschera di rete che sarà  255.255.255.0)
  2. riavviate la Fonera
  3. ora potete connettervi via SSH (utilizzando Putty, se siete utenti Windows o ssh da linea di comando se siete utenti *unix/Mac). Se volete aprire permanentemente questa porta, seguite le istruzioni indicate in questo post (eseguite solo i comandi da mv /etc/init.d/dropbear /etc/init.d/S50dropbear
    in poi) o applicate la mia patch come descritto in quest’altro post (in questo caso, eseguite solo i comandi da # cd /tmp in poi)
  4. ripristinate i nameserver della Fonera con quelli che avevate precedentemente

Per chi volesse capire come funziona in dettaglio l’hack, può dare uno sguardo qui.

– ATTENZIONE –

Sebbene questo hack funzioni anche con i firmware più recenti rispetto al 0.7.1r2, potrebbe non funzionare con alcune Fonere avanti il firmware 0.7.1r5. In questo caso, vi consiglio di consultare questo articolo.

Mar
12

Fink: il software open source sbarca su Mac OS X

Se, oltre ad essere utenti Mac, siete anche degli utenti *unix, sono sicuro che molte avrete rimpianto qualche software che gira sui sistemi *unix, ma che non ha un porting relativo su Mac OS X.

Fink è la soluzione che cercavate: è un progetto (open source) che vuole portare il mondo di *unix e del software open source in Darwin e Mac OS X.

Lo scopo del progetto, in primis, è quello di modificare il codice esistente di software open source in modo che si compili e che funzioni su Mac OS (questo processo è chiamato porting) e poi di rendere disponibili agli utenti normali, distribuzioni semplici che assomiglino a quelle usate dagli utenti *unix (questo processo è chiamato packaging) offrendo pacchetti binari precompilati e automatizzando il sistema di compilazione da codice sorgente.

Per raggiungere questi obiettivi, Fink si basa su un eccellente gestore di pacchetti prodotto dal progetto Debian: dpkg, dselect e apt-get. Oltre questo, Fink aggiunge suoi personali gestori di pacchetti, chiamati fink. Potete vedere fink come un compilatore che prende le descrizioni pacchetti e ne produce dei pacchetti binari .deb: in questo processo, scarica il codice sorgente direttamente da internet, rattoppa il tutto se necessario, quindi passa attraverso il completo processo di configurazione e costruzione del pacchetto. Per ultima cosa, raccoglie i risultati in un pacchetto che è pronto per essere installato da dpkg.

Da quando Fink è nato su Mac OS X, esso ha una ristretta politica per evitare ogni tipo di interferenza con il sistema base.

Perchè usare Fink? Cinque motivi per usare Fink per installare software Unix sul tuo Mac:

  • Potenza: Mac OS X include solo una serie di comandi base, Fink apporta un accrescimento di queste utility.
  • Comodità : con Fink il processo di compilazione e di risoluzione delle dipendenze è completamente automatizzato.
  • Sicurezza: la stretta politica di Fink rende sicure le parti vulnerabili del sistema Mac OS X che non vengono toccate. Inoltre l’impacchettamento del sistema ti permette di rimuovere senza problemi il software di cui non hai più bisogno
  • Coerenza: Fink non è solo una collezione casuale di pacchetti, è una distribuzione coerente. I file installati vengono posizionati in luoghi precisi. La documentazione viene mantenuta aggiornata. C’è un’interfaccia di controllo dei processi.
  • Flessibilità : dovete solo scaricare e installare il programma di cui avete bisogno. Fink vi dà  libertà  di installare XFree86 o altre soluzioni X11 in qualsiasi modo voi vogliate.

Dopo questa ampia prefazione vediamo come funziona Fink dal punto di vista strettamente pratico:

  1. per prima cosa bisognare effettuare il download del programma da questo link se avete un Mac con processore PPC, da quest’altro se avete un Mac Intel
  2. doppio-click Fink-0.8.1-Installer.dmg per montare il disco immagine, quindi doppio-click sul pacchetto Fink 0.8.1 Installer.pkg situato all’interno e seguite le istruzioni indicate a video.
  3. alla fine dell’installazione, verrà  lanciata l’utility pathsetup. Vi verranno chiesti i permessi di root prima che la vostra configurazione di shell venga modificata. Quando l’utility avrà  completato l’operazione, avrete completato il processo. Se qualcosa andasse storto durante questo processo, potete riprovare lanciando l’applicazione pathsetup posizionata nel disco di installazione, o lanciando il comando (nella finestra di Terminal.app): /sw/bin/pathsetup.sh (ogni utente del computer deve effettuare questo comando per poter usare Fink).
  4. aprite una nuova finestra Terminal.app ed eseguite il seguente comando: fink scanpackages; fink index, o usate l’applicazione inclusa Fink Commander GUI (come indicato successivamente) ed eseguite i seguenti comandi dal suo menu: Source->scanpackages seguito da Source->Tools->index.
  5. una volta che questi due comandi sono terminati, dovrete aggiornare il fink package (come indicato successivamente), nel caso in cui ci siano stati grossi cambiamenti rispetto all’ultima release.

Dopo aver fatto tutto questo potrete procedere all’aggiornamento e all’installazione di altri paccchetti. Esistono vari metodi per farlo:

1) usando Fink Commander

Fink Commander è un semplice GUI (interfaccia grafica) per Fink. E’ un metodo raccomandato ai neofiti o agli utenti che non sono a loro agio con la linea di comando. Fink Commander ha i menu Binary e Source: dovrete installare dai Binary se i Developer Tools non sono installati o non volete compilare i programmi voi stessi.
Una volta effettuato il download, aprite il file FinkCommander_0.5.4.dmg con un doppio click, copiate l’applicazione o l’intero volume nella vostra cartella /Applicazioni. Eseguite finkcommander e l’applicazione si aprirà  con un dialogo informandovi di non avere i necessari permessi e che procederà  ad una autoriparazione (self-repair), date i permessi per l’operazione e finito il tutto il vostro sistema è correttamente installato.

Per rendere il sistema più aggiornato è consigliabile a questo punto fare una serie di operazioni:

  • dal menu Source selezionate scanpackages, digitate la password dell’amministrazione ed attendete la fine dell’operazione.
  • Successivamente, selezionate dal menu Source -> Utilities ->index.

Fatto ciò, siete di fronte ad un bivio: installare i packages dai sorgenti (il codice sorgente occorre la installazione dei developer tools-xcode tools di apple) o dai binari (il codice precompilato).

Rimaniamo, per supposizione, al fatto che userete il formato binary (nessuno vi vieta di cambiare idea in seguito):

  • dal menu Binary -> Update descriptions facciamo prima un update dei pacchetti di Fink.
  • Ora selezionate il pacchetto Fink dalla lista dal menu Binary -> Install.

Benissimo, la vostra installazione è (finalmente) completa!

La sequenza raccomandata attraverso Fink Commander per aggiornare Fink e altri pacchetti base (che saranno compilati automaticamente) è:

  • dal menù Source -> Selfupdate
  • poi, sempre dal menù Source -> Update-all

Ora che avete aggiornato fink, potete installare gli altri pacchetti:

  • per installarli da binari, selezionate il pacchetto, e usate Binary->Install
  • per installarli da codice sorgente, selezionate il pacchetto, e usate Source->Install

2) Usando apt-get

Apt-get scaricherà  ed installerà  i pacchetti per voi, risparmiando il tempo di compilazione. Se non avete i Developer Tools installati, in alternativa potete anche usare il metodo binary di Fink Commander (descritto sopra).

Per aggiornare Fink aprite una finestra di Terminal.app e scrivete

sudo apt-get update ; sudo apt-get install fink

Una volta aggiornato Fink, potete installare gli altri pacchetti, usando la stessa sintassi, ad esempio: sudo apt-get install gimp per installare Gimp. Notate, comunque, che non tutti i pacchetti di Fink sono disponibili in forma binaria.

3) Installando da codice sorgente

Per aggiornare Fink digitate (nellla finestra di Terminal.app) fink selfupdate: una volta lanciato lanciato, selezionate l’opzione, rsync e questo aggiornerà  automaticamente il pacchetto Fink.

Una volta che Fink è aggiornato, potete usare “fink install” per scaricare e compilare da codice sorgente. Ad esempio, per installare Gimp, digitate fink install gimp.




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