Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sà©, sulla cattedra. Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf. Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Il professore, rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancura una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un si unanime.
Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero! Continua la lettura di ‘La Teoria del barattolo di maionese e dei due bicchieri di vino’
Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti.
Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda: ‘Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov’è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?‘ Il pubblico alla domanda si fece silenzioso. Il padre continuò: ‘Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la grande opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo incui le altre persone trattano quel bambino.’
A quel punto cominciò a narrare una storia: Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c’erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: ‘Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?‘ Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno. Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figliopotesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: ‘Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all’ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono‘ Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su la maglia del team. Continua la lettura di ‘La storia di Shay’
Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio con un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta: “Sono cieco, aiutatemi per favore”.
Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò e notò che aveva solo pochi centesimi nel suo cappello. Si chinò e versò altre monete, poi, senza chiedere il permesso dell’uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un’altra frase.
Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vedente, notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli chiese se non fosse stato lui ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto. Il pubblicitario rispose: “Niente che non fosse vero – ho solo riscritto il tuo in maniera diversa”, sorrise e andò via.
Il non vedente non seppe mai che sul suo cartello c’era scritto: “Oggi è primavera.. ed io non posso vederla”.
MORALE: cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andranno meglio!
Quanto siamo infossati, incubati nei gusci fragili che ci costruiamo intorno.
E poi parliamo con noi stessi, interrogandoci sulla ricerca di quell’ottava nota che mai suoniamo per riconciliarci.
Ah quanti affanni, e quanti inutili problemi ci servono ogni giorno per sentirci vivi, per sentirci conformati e appartenenti alla realtà che noi stessi alimentiamo.
Se solo avessi capacità di trasmettere la finita gioia che si può provare nell’esercitare l’arte del “creare”, … che per sua stessa definizione è singolare e non trasferibile, perchà© verrebbe meno l’opera singola dell’individuo; … sarebbe una copia, come ogni altra azione quotidiana, non già nostra ma fatta nostra dall’altrui esempio.
Se collochiamo l’intera era del mondo in un quadrante di 24 ore, troveremmo che a 45 minuti dalla nascita dell’universo si sono estinti i dinosauri, a 50 minuti l’inizio della vita dell’Uomo Sapiens, a 58 minuti le imprese romaniche, negli ultimi 30 secondi i nostri ultimi secoli, nel battito di un ciglio la vita di una generazione. Continua la lettura di ‘Il sorriso secondo Karol Wojtyla’
Torna la rubrica “Perle di saggezza”, pensieri su cui riflettere:
- Non tormentarti mai la mente coi sì e i no. Sta’ calmo. Tu sei la consapevolezza in sà©. Vivi nella felicità della tua stessa natura, che è la felicità medesima. (Ashtavakra Gita 15:19)
- Lo scopo di tutte le principali tradizioni religiose non è di costruire grandi cattedrali là fuori, ma di creare templi della bontà e della compassione qui dentro, nei nostri cuori. (Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)
- Ciò che la gente pensa possa accadere è sempre diverso da ciò che poi accade. Da ciò deriva un grande scontento; così va il mondo. (Salla Sutta)
- Non c’è che un respiro a separare questa vita da quella a venire. Non sapendo se sarò ancora qui domattina, perchà© cercare di ingannare la morte con dei progetti per un futuro permanente? (Milarepa)
- Non perderti nel passato, non rincorrere il futuro; il passato non c’è più e il futuro non è ancora arrivato. Osservando profondamente la vita così com’è, in questo stesso momento, dimora nella stabilità e nella libertà . Devi stare attento oggi: attendere fino a domani è troppo tardi. La morte giunge inattesa, com’è possibile patteggiare con lei? (Bhaddekaratta Sutta)
Fonti: Perle di saggezza
Torna la rubrica “Perle di saggezza”, pensieri su cui riflettere:
- Se non sei contento della tua vita, probabilmente, è perchè la Vita stessa non è contenta di te.
Se non sei in sintonia con lei, non puoi certo pretendere che essa sia in sintonia con te.
Quindi, sbagli a lamentarti: ascolta piuttosto cosa ha da sussurrarti nel silenzio.
Fai tacere la tua mente e cerca di udire la sua melodia.
E allora, forse, non andando più controcorrente, il tuo cuore avrà un nuovo respiro e battito d’amore. (Praj)
- Se, con l’invecchiamento e il distacco da qualsiasi seduzione, si realizza un buon stato di Consapevolezza, si può cominciare a staccare gli ancoraggi che ci tengono legati al corpo. Pur rispettandolo e non rinnegandolo, si smette di considerarlo la nostra identità , anche se si sa che è il tempio in cui abbiamo vissuto e tuttora viviamo. Sebbene si è fatti per vivere una vita probabilmente lunga, si sa di essere più prossimi alla fine del viaggio rispetto a qualche anno prima. Quindi si è in grado di cogliere le bellezza del tempo che scorre. Si può sentire meglio ogni istante di vita come un regalo meraviglioso.
Consapevoli di disporre di un tempo a scadenza, come i malati terminali, non ci si dispone più a grandi progetti: ci si accontenta di quello che si ha, non di quello che si potrebbe avere; di quello che si è, non di quello che potrebbe essere. Si lascia che le speranze si dissolvano, sfumino, e quando cessano le speranze, sparisce anche la paura.
Si smette di attaccarsi all’effimero. Tutto è un dono ricevuto: le piccole gratificazioni, la tenerezza che ci scalda il cuore come un balsamo, gli scambi gentili con gli esseri umani, la capacità di essere di conforto agli altri, i delicati segnali dei sensi…
Perciò, se si invecchia bene, non significa decadere mentalmente nà© diventare decrepiti. Soprattutto se ci si è preoccupati di mantenere in salute il nostro corpo. Meglio ancora se ci è dedicati a fare ogni giorno un pò di esercizio fisico, a contemplare o meditare sul senso della vita.
Naturalmente, se non si è colpiti da gravi malattie o da gravi tragedie familiari. Situazioni che, comunque, si affronteranno meglio, se saremo presenti ad esse con una certa saggezza conquistata negli anni. Se si ha imparato cose nuove sviluppando una tranquilla umiltà di fronte all’impermanenza, si manterrà fino alla fine una buona lucidità mentale.
Forse si è anche più creativi, perchà© ora non si cerca di creare per una qualche forma di successo esteriore ma solo per il piacere di farlo, di esprimerci.
Anche il naturale declino delle pulsioni sessuali, se vissuto con maturità e consapevolezza, può trasformare l’invecchiamento in una splendida fase della nostra vita. Inoltre, possiamo essere liberi da tante illusioni, ambizioni, attaccamenti insensati, angosce; liberi dal bisogno di approvazione e riconoscimento. Liberi di rilassarci a fondo. Si è serenamente in grado di accettare le critiche e le offese, di mettere a tacere la mente petulante, di aprirci ancora in molte le direzioni, di aiutare gli altri a liberarsi dalla sofferenza e, in particolar modo, di indicare ai giovani il cammino per un possibile risveglio della Consapevolezza. (Praj)
Fonte: Risveglio interiore
Torna la rubrica “Perle di saggezza”, pensieri su cui riflettere:
- Proprio ora e in ogni momento presente, vi chiudete oppure vi aprite. Siete nell’ansiosa attesa di qualcosa – più soldi, più sicurezza, più amore – oppure vivete dal profondo del cuore, aperti in sintonia con la totalità del presente e state dando ciò che più profondamente volete dare, senza attendere. Se state aspettando qualcosa per vivere e amare senza trattenere nulla, allora soffrite. Ogni momento è il momento più importante della vostra vita. Non c’è tempo futuro migliore di adesso per abbassare la guardia e amare. Tutto ciò che fate adesso produce onde che si espandono fino a interessare tutto. La vostra postura può far brillare il cuore o trasmettere l’ansia. Il vostro respiro può irradiare amore o infangare di depressione la stanza in cui vi trovate. Il vostro sguardo può svegliare la gioia. Le vostre parole possono ispirare libertà . Ogni vostro atto può aprire le menti e i cuori. Aprendovi a tutti dal cuore, vivete per tutti come un dono. In ogni momento, siete aperti o chiusi. Anche adesso state scegliendo di aprirvi e di darvi pienamente oppure state attendendo. Che cosa vi sentite di scegliere? (David Deida)
- Perchà© aspettare? Che cosa stai aspettando esattamente? Qualcuno cui dare ciò che hai sempre desiderato? Un treno che venga giù dal cielo per portarti dei doni? Ma nulla di ciò che potrebbe accadere potrebbe mai essere buono e prezioso quanto te. Ciò che ti trattiene dall’essere, dall’essere presente, non è altro che la speranza nel futuro; la speranza in qualcosa che deve accadere tiene in vita una certa fantasia sul futuro. Ma questa è un miraggio; non ci arriverai mai. Il miraggio ti trattiene dal vedere l’evidenza, la preziosità dell’essere. àˆ una grande distorsione, una grande incomprensione di ciò che può darti soddisfazione. Quando insegui un miraggio stai rifiutando te stesso. (A. H. Almaas)
- Il più grande sostegno che si possa avere è l’attenzione cosciente, che vuol dire essere completamente presenti in ogni singolo momento. Se la mente rimane ben centrata, non può fabbricarsi storie sull’ingiustizia del mondo o degli amici, o sui propri desideri o dispiaceri. Tutte queste storie potrebbero riempire molti volumi, ma, quando siamo consapevoli, questo chiacchiericcio si arresta. Essere attentamente coscienti vuol dire essere completamente assorti nel momento presente, senza lasciare spazio a nient’altro. Ci lasciamo riempire degli accadimenti momentanei, quali che siano – sia che siamo in piedi, o seduti, o sdraiati; sia che proviamo piacere o dolore – e manteniamo una consapevolezza senza giudizio, semplicemente “prendendo atto”. (Ayya Khema, “Sii un’isola”)
Fonte: Perle di saggezza
Torna la rubrica “Perle di saggezza”, pensieri su cui riflettere:
- Non aggrapparti al passato e non rincorrere il futuro, perchà© il passato non c’è più e il futuro non è ancora arrivato. Vedendo con chiarezza le cose così come sono, in questo momento, qui e ora, chi pratica la vipassana vive la vita nella calma e nella libertà . Bisogna stare attenti oggi; attendere domani potrebbe essere troppo tardi. La morte può arrivare e coglierci di sorpresa, chi può dirlo? Colui che sa come vivere con attenzione giorno e notte è colui che conosce il modo migliore per essere indipendente. (Bhaddekaratta-sutta)
- Un giorno il Buddha sedeva nel bosco con trenta o quaranta monaci. Avevano fatto un ottimo pranzo e stavano in buona compagnia l’uno dell’altro, sopraggiunse un contadino molto triste, che chiese al Buddha e ai monaci se avessero visto passare le sue vacche. Il Buddha rispose di no. Allora il contadino disse: «Monaci, sono così depresso. Avevo dodici vacche e non riesco a capire perchà© siano fuggite. Avevo anche una piantagione di sesamo di alcuni acri, ma gli insetti l’hanno divorata tutta. Sono tanto infelice che vorrei morire». Il Buddha disse: «Amico mio, non abbiamo visto nessuna vacca passare di qui. Forse devi cercarle nell’altra direzione». Il contadino ringraziò e scappò via, mentre il Buddha si rivolgeva ai monaci: «Amici miei, siete le persone più felici del mondo, perchà© non avete vacche da perdere. Se aveste vacche da allevare sareste indaffaratissimi. Perciò per essere felici, dovete imparare l’arte di lasciar andare le vacche. Lasciatele andare a una a una. All’inizio credevate che queste vacche fossero necessarie per essere felici, ma adesso vi rendete conto che non sono affatto essenziali per la vostra felicità , ma che, al contrario, costituiscono un ostacolo. Perciò vi siete decisi a lasciarle andare». (Tratto e condensato dal Majjhimanikaya)
- I grandi insegnamenti, all’unanimità , danno risalto al fatto che tutta la pace, la saggezza e la gioia dell’universo sono già dentro di noi; non dobbiamo guadagnarle, svilupparle o raggiungerle. Come un bambino che stia in un magnifico parco con gli occhi strettamente chiusi, non abbiamo bisogno di immaginare gli alberi, i fiori, i cervi, gli uccelli e il cielo; dobbiamo soltanto aprire gli occhi e vedere che cosa c’è già qui, che cosa siamo già , non appena smettiamo di fingere di essere piccini o peccatori. Si potrebbe definire quasi tutta la pratica spirituale semplicente come esserci, identificare e arrestare, identificare e arrestare, identificare e arrestare: identificare le innumerevoli forme di illusione che indossiamo e darsi il coraggio di arrestarle tutte. A poco a poco, in profondità dentro di noi, il diamante si lustra, gli occhi si aprono, l’alba si mostra e noi ci trasformiamo in ciò che siamo già . Tat twam asi: Tu sei quello! (Bo Lozoff)
- La vita è come un film. àˆ come lo svolgimento di una storia che vediamo e interpretiamo, mentre ci identifichiamo con gli attori (cioè i divi) e ci immergiamo nel dramma. Quando si comincia a notare questo fatto, la vita diventa più leggera. La monotonia svanisce e comincia la magia. Perchà© quando rivolgiamo la nostra attenzione ai nostri stessi corpi, sensazioni, percezioni, impulsi e coscienza, scopriamo che siamo intessuti dei fantastici fili delle storie che proiettiamo. Solo un io del genere può creare ed esser creato: un io fisso, inamovibile è come morto. (Stephen Batchelor)
Fonte: Perle di saggezza
Il venerdì è il giorno dedicato alle riflessioni, al romanticismo, alla poesia.. e allora cosa c’è di meglio della bellissima “Ode al suo aroma” di Pablo Neruda?!
Mia soave, di cosa odori?
Di che frutto?
Di che stella? Di che foglia?
Presso
il tuo piccolo orecchio
o sulla tua fronte
mi chino,
ficco
il naso tra i capelli
e il sorriso,
cerco di riconoscere
la stirpe del tuo aroma:
è soave, ma
non è fiore, non è coltellata
di penetrante garofano
o impetuoso aroma
di violenti
gelsomini,
è qualcosa, è terra,
è
aria,
mele o legnami,
odore
di luce sulla pelle,
aroma
della foglia
dell’albero
della vita
Continua la lettura di ‘Poesia ‘Ode al suo aroma’ di Pablo Neruda’