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Dic
23

Nvu, l’editor web open source

Durante la riunione di ieri sera dell’associazione OpenInformatix ho tenuto un seminario su “Come impagirare un semplice sito web“.

Durante tale seminario, ho illustrato i tag HTML più importanti, facendone vedere l’uso pratico, dopodichè ho presentato e illustrato l’uso del programma Nvu che abbiamo utilizzato per impaginare un semplice sito web (scaricabile clickando qui), partendo da un template esistente scaricato da http://www.oswd.org.

Nvu (pronunciato N-view, inteso come “new view”) è un programma open source che rende la gestione di un sito web facilissima in modo da parmettere, a qualsiasi persona, di creare pagine web e gestire siti web senza avere competenze tecniche o conoscenza di HTML. E’ sviluppato principalmente per Linspire e per le altre distribuzioni Linux, ma la sua architettura multi-piattaforma lo rende disponibile anche per altri sistemi operativi Unix, Windows e Macintosh.

Esso si basa su Gecko, il motore di layout contenuto dentro Mozilla; è un motore super-veloce, molto affidabile, aderente agli standard del web e gestito da una vasta comunità  di sviluppatori. Il suo riconosciuto supporto di XML, CSS e JavaScript permette di sviluppare la miglior piattaforma per la creazione siti web sul mercato. La sua architettura basata su XUL, rende Nvu lo strumento di progettazione con le maggiori possibilità  di estensione.

Dal punto di vista dell’usabilità , Nvu è veramente ben fatto: è possibile sfogliare comodamente i propri siti nella barra laterale. àˆ possibile scegliere di volta in volta tra vista ad albero, vista sul modello di Gestione Risorse o ancora una cartella alla volta. E’ anche possibile scegliere quali file mostrare, in base alla loro estensione. L’area di consultazione consente anche la visualizzazione di dimensione e data di ultima modifica per ogni file. Inoltre, in un prossimo futuro, sarà  possibile una gestione completa dei file, compresa la loro rimozione, la creazione di nuove cartelle e la rimozione di cartelle esistenti. Una delle caratteristiche migliori di Mozilla Firefox (i famosi e utilissimi tab) sono disponibili anche in Nvu: sulla finestra principale del programma, infatti, è possibile gestire e modificare insieme tutti i documenti di cui si ha bisogno.

Per chi avesse bisogno anche di un editor CSS c’è CaScadeS che permette di creare fogli di stile con una facilità  estrema. Anche CaScadeS è gestito completamente da Gecko, in modo da permettere di vedere le modifiche agli stili applicati in “diretta” ai documenti su cui si lavora.

Devo dire che tutti gli auditori della riunione di ieri sera, sono rimasti veramente sorpresi della potenza e dalla facilità  d’uso di questo programma che potete scaricare (come dicevo prima, gratuitamente e per diverse piattaforme) clickando qui.

Dic
19

L’ISTAT dice che l’Italia non è il paese di Internet

Nella pausa pranzo di oggi, stavo sfogliando il quotidiano “Il Centro” quando, in seconda pagina, scruto un articolo dal titolo: “L’Italia non è il paese di Internet“.

Andando avanti nella lettura dell’articolo, mi colpiscono alcuni dati (resi noti noti dall’Istat nel rapporto sulle tecnologie dell’ informazione e della comunicazione ad uso delle famiglie italiane): solo il 40% delle persone, in Italia, ha accesso ad internet da casa, rispetto da una media europea del 52%.

Questi dati posizionano l’Italia, in un tutt’altro che dignitoso, 15esimo posto in Europa: i capi delle classe sono Olanda (80%), Danimarca (79%) e Svezia (77%), mentre peggio di noi sono posizionate Ungheria (32%), Slovacchia (27%) e la Grecia (23%). Vicini a noi, ci sono la Francia (41%), la Spagna (39%) e il Portogallo (35%).

I motivi maggiori per cui le famiglie, in Italia, non si connettono alla grande rete sono la mancanza il pc nelle famiglie (53,9%) e il mancato accesso al web dalle abitazioni (64,4%). Invece, tra i motivi di chi non naviga in rete, c’è il disinteresse (40%) e l’incompetenza informatica (30%).

Per l’Istat, quindi, il mancato accesso alla rete è di natura socioculturale piuttosto che economico, in quanto la maggior parte delle famiglie non percepisce l’utilità  di questo strumento o non si ritiene in grado di utilizzarlo.

Chi però possiede un accesso alla rete, lo usa sempre più spesso; crescono, infatti, gli acquisti online: nell’ultimo anno quasi 3 milioni di italiani hanno fatto acquisti attraverso Internet (20,6%). Nonostante questo, le imprese italiane non amano il commercio on line: l’Italia è, infatti, al penultimo posto sia per gli acquisti sia per le vendite tramite internet all’interno dell’Unione Europea.

Purtroppo, nei dati, si evince ancora una differenza sostanziale tra Nord e Sud.

Dic
19

Telefonate gratis grazie agli Skype Winter Days

Grazie al blog del mio amico maury, ho saputo di questa interessantissima promozione di Skype, valida per tutto il mese di dicembre, che permette di incrementare, gratuitamente, il credito SkypeOut (utilizzabile per inviare SMS o fare chiamate)!

Ecco i dettagli della promozione:

  • ogni martedì, gli utenti Windows, clickando qui ed immettendo la propria UserID e la propria Password, potranno richiedere 15 minuti telefonate (ai telefoni fissi) gratis
  • per gli utenti Mac la richiesta va, invece, effettuata il venerdì.

Buone telefonate a tutti.. GRATIS ovviamente!

P.S. Io e maury, essendo sia utenti Windows che utenti Mac, stiamo usufruendo della promozione sia il martedì che il venerdì (non sappiamo se sia un baco o cosa voluta, ma ci riusciamo :-) )

Dic
18

David Pogue spiega perchè Microsoft Vista e Mac OS X non sono uguali

David Pogue, noto opinionista Mac, in questo video pubblicato nella home page di NewYorkTimes.com, evidenzia quanto Microsoft Vista ha (malamente..) scopiazzato da Mac OS X.

Imperdibile!

Dic
16

ADSL e filtri sulle porte

Sono davvero moltissimi i provider che da alcuni mesi a questa parte hanno iniziato ad applicare pesanti limitazioni alle connessioni ADSL, rallentando o bloccando del tutto la connessione alla rete, nel caso venisse rilevato traffico peer-to-peer (p2p): il caso più eclatante è quello di Libero (il mio ISP).

Ma perchè i provider filtrano le porte? Semplicemente perchè ben oltre la metà  del traffico Internet a livello mondiale è generato dai software p2p nelle sue varie forme (in realtà  il protocollo ed2k, ovvero quello utilizzato da aMule/eMule, è il più diffuso per questa attività ); questo, per un provider, si traduce in una saturazione della banda disponibile e una conseguente inadeguatezza strutturale (troppo traffico generato rispetto alla banda disponibile). In più, nella babele delle nuove leggi, pare che anche il provider possa essere considerato parte attiva nella violazione della proprietà  intellettuale (perchè si sa, che spesso e volentieri dai protocolli p2p si scarica roba coperta dai diritti d’autore). I due motivi citati, sono più che sufficienti per portare molti operatori ad inibire l’utilizzo di questi software.

Cosa implicano queste limitazioni per l’utente finale? Semplicemente, risulta quasi impossibile scaricare dai protocolli p2p, oppure si raggiungono al massimo qualche decina di kbyte al secondo.

Per la vostra felicità , però, vi comunico che c’è un piccolo escamotage per cercare di raggiungere velocità  non dico normali, ma per lo meno decenti anche se la vostra ADSL filtra le porte p2p: basta configurare il programma di file sharing in modo da utilizzare la porta 1755 (tcp & udp) invece delle standard 4662 e 4672 (per quando riguarda aMule/eMule)!

Escamotage a parte, mi sorgono spontanee le seguenti domande:

  • perchè siamo il paese in Europa nel quale l’ADSL costa di più e il servizio è uno dei peggiori?
  • come si permettono i provider ad implementare i filtri descritti sopra senza che, sul contratto, non ci sia alcun accenno a questa limitazione (almeno l’utente finale potrebbe effettuare le scelta dell’operatore anche e soprattutto in base a tali limitazioni!)?
  • chi obbliga i provider ad offrire dei servizi che poi non riescono a mantenere per problemi loro strutturali? Mi spiego meglio con un esempio: Libero mi vende una adsl 4 Megabit (teorici ovviamente) a 29.95 euro mensili, che poi praticamente non sono neanche 2 Megabit, e di questi, non posso farci neanche quello che voglio?

Ovviamente io, come tantissimi altri utenti, ho contatto l’assistenza di Libero per chiedere spiegazioni, ma la risposta/giustifazione che abbiamo avuto è sempre stata questa:

Continua la lettura di ‘ADSL e filtri sulle porte’

Dic
04

Copyright o copyleft? Creative Commons!

Una delle prime dispute nate sul valore culturale di Internet è stata quella tra i difensori del diritto d’autore (che si richiamano alle singole normative degli Stati per individuare, in ogni creazione dell’ingegno, un’opera protetta commercialmente e/o intellettualmente) e i fautori del copyleft che invece propugnano per Internet la possibilità  di far circolare liberamente le idee (e le opere).

Vediamo qualche dettaglio su queste due licenze:

  • Il copyright (termine di lingua inglese che letteralmente significa diritto di copia) è una forma di diritto d’autore in uso nel mondo anglosassone, in tempi recenti sempre più prossimo a divenire sinonimo del diritto d’autore vigente in Italia. àˆ solitamente abbreviato con il simbolo ©.
  • L’espressione inglese copyleft, gioco di parole su copyright, indica un tipo di licenza libera per la quale, pur garantendo le libertà  previste dalla definizione, vengono imposte delle restrizioni sul rilascio di opere derivate in modo tale da far sì che queste si mantengano sempre libere, generalmente sotto la stessa licenza dell’opera originale. L’espressione copyleft, in un senso non legale, può essere vista come il contrario di copyright, perchà© priva l’autore dell’opera di alcuni suoi diritti e li cede all’utente. Naturalmente, è l’autore stesso che decide di usare questo tipo di licenza e quindi è lui stesso che decide di perdere alcuni suoi diritti.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea? “Non è possibile una mediazione tra le due posizioni?”. Più o meno, è il ragionamento che sta alla base del progetto Creative Commons (CC), un’organizzazione non-profit nata negli Stati Uniti nel 2001 da Lawrence Lessing, la cui sede è nella prestigiosa Stanford Law School e che vive grazie all’impegno di esperti di informatica e di diritto. E’ una licenza definita come share alike (condividi allo stesso modo), ovvero una licenza copyleft parziale (o non completa): essa si propone di offrire una protezione più flessibile alle opere di ingegno tutelate dal diritto d’autore e contemporaneamente di favorire la diffusione di contenuti creativi attraverso strumenti di facile e libero utilizzo. Per facilitarne la diffusione e massimizzarne l’efficacia giuridica in altre giurisdizioni, Creative Commons ha lanciato l’iniziativa International Commons (iCommons) che ormai coinvolge decine di paesi e consiste, in una prima fase, nella traduzione e adattamento delle licenze alle giurisdizioni nazionali. Per l’Italia, il progetto è seguito da un gruppo di lavoro coordinato da Marco Ricolfi dell’Università  di Torino, a cui si sono affiancati, per gli aspetti tecnici, ricercatori dell’Istituto di Elettronica e Ingegneria dell’Informazione e Telecomunicazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IEIIT-CNR) con sede al Politecnico di Torino. Le licenze italiane sono state presentate nel dicembre 2004, due anni esatti dopo l’introduzione delle CCPL originali, e sono disponibili su www.creativecommons.org e sul sito italiano www.creativecommons.it

Le “CC” sono pensate per differenti discipline intellettuali quali la musica, la cinematografia, la fotografia, la letteratura e la produzione generica di testi o di altri contenuti creativi; attenzione, però, su un punto molto importante: offrire il proprio lavoro sotto la licenza Creative Commons non significa cedere il proprio copyright, ma soltanto offrire alcuni diritti a condizioni ben definite che liberano in parte i diritti che proteggono le opere creative, permettendone una migliore distribuzione e diffusione senza togliere la paternità  o altri diritti a coloro che le hanno create.

Ecco i dettagli delle Creative Commons Public Licenses (CCPL) italiane (versione 2.5):

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Nov
30

Installare programmi ne La Fonera usando ipkg

Ho scoperto un interessantissimo sito dove è possibile trovare una raccolta di programmi precompilati ad hoc per essere installati ne La Fonera. I package sono disponibili a questi url:

La procedura da seguire per installare programmi è questa:

  • loggartevi via ssh a La Fonera (per accedere via ssh al router dovete eseguire l’hack descritto in questo articolo e quest’altro)
  • inserite ‘src rogue http://fon.rogue.be/lafonera‘ come repository in /etc/ipkg.conf
  • per aggiornare la lista di programmi disponibili date il comando # ipkg update
  • per visualizzare la lista di pacchetti disponibili date il comando: # ipkg list

Buon divertimento :-)

UPDATE DEL 02/12/2006

Attenzione, sembra che alcuni utenti abbiano avuto problemi installando/disinstallando programmi con ipkg con un conseguente danno al filesystem de La Fonera. Io mi sono cimentato nell’installazione di un programma e fortunatamente non ho avuto alcun problema, però vi consiglio di evitare, almeno fino a quando la situazione non si chiarisce, l’uso di ipkg.

Nov
30

La Fonera: nuovo hack per il firmware 0.7.1r1

Ricordate l’hack che permetteva di accedere via ssh a La Fonera di cui ho parlato qualche post fa?

Se avete provato ad aggiornare all’ultima versione del firmware disponibile sul sito Fon, ovvero 0.7.1.1 (upgrade che vi consiglio di fare, visto che che introduce parecchie novità : l’italianizzazione, la possibilità  di fare port forwarding, un’interfaccia più curata e la correzione di qualche baco), avrete notato che la porta ssh risulta di nuovo inaccessibile dall’esterno.

Riprovando di nuovo l’hack proposto nell’articolo precedente, nella speranza che potesse funzionare anche con questa versione del firmware, vi sarete accorti che purtroppo non funziona, ma ho una buona notizia da darvi: c’è un modo di riaprire la porta ssh anche con questa versione del firmware!

Ricordate i file che avevo creato per voi, ovvero step1.html e step2.html? Bhè, dobbiamo dargli una piccola ritoccata: ecco i nuovi file già  pronti per il download (clickate sul link e salvate la pagina che vi si apre sul vostro desktop):

file1.html

.. assicuratevi di essere connessi via wireless alla vostra rete Fon privata (se è la prima connessione al router, la chiave WPA è il numero seriale), avviate il browser su questa pagina html, clickate su “SUBMIT”, inserite username e password del router quando richiesti ed aspettate qualche secondo (fino a quando non vi appare l’interfaccia fon del router)

file2.html

.. anche in questo caso avviate il browser su questa pagina html, clickate di nuovo su “SUBMIT” ed aspettate qualche secondo.

Ora potete loggarvi tranquillamente via ssh a La Fonera con il vostro client ssh preferito e rendere la modifica permanente seguendo le istruzioni riportate nel precedente articolo.

Happy hacking :-)

Nov
24

Nuovo hack per connettersi via SSH a La Fonera

Circa un mesetto fa, girava in rete un hack per La Fonera, ideato da due ragazzi tedeschi, che, intervenire fisicamente sull’apparato, ma semplicemente facendo un injection sui form del sito Fon, permetteva di eseguire del codice al router (precisamente ad aprire il firewall sulla porta 22 e avviare dropbear, ovvero il server ssh), in modo da ottenere l’accesso remoto e guadagnare il controllo completo sul router, consentendo, ad esempio, di aprire porte TCP o installare qualche programma, cosa impossibile con la configurazione standard.

Dopo poco tempo, però, Fon ha risolto la vulnerabilità  e tutti coloro che non hanno scoperto in tempo l’hack (come il sottoscritto) sono rimasti tagliati fuori.

Stamattina, ho provato a cercare di nuovo in rete per vedere se fosse stata scoperta qualche soluzione alternativa ed ho avuto una bellissima sorpresa leggendo il blog di un certo BingoBommel che ha scovato un altro hack, stavolta senza sfruttare il sito Fon, ma eseguendo l’injection direttamente nell’interfaccia de La Fonera.

Nel sito trovate le istruzioni passo passo (in inglese) per eseguire l’hack che, nel mio caso, è riuscito alla perfezione; per chi non fosse pratico con la lingua inglese ricapitolo i passi fondamentali (essa funziona almeno con il firmware attuale ovvero 7.0 r4).

Per prima cosa dobbiamo creare due file html ad hoc, il primo lo chiameremo step1.html e il secondo step2.html. Per convenienza (vostra) ho creato io i due file, basta che clickiate sui due link qui sopra e salviate la pagina.

Continua la lettura di ‘Nuovo hack per connettersi via SSH a La Fonera’




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