Venerdi scorso, a 5 mesi dalle Olimpiade di Beijing, a Lhassa, capitale del Tibet, monaci buddhisti hanno subito violenze da parte del potere militare cinese. Morti e feriti, ma non si sa ancora quanti. La Cina, inoltre, ha lanciato un ultimatum ai manifestanti tibetani intimando di arrendetersi entro la mezzanotte di lunedì. Il presidente Hu Jintao deve fronteggiare un disastro di immagine nelle relazioni internazionali ed è probabilmente pronto ad avviare un’azione repressiva ancora più implacabile, se necessario: sa che le Olimpiadi sono a rischio di boicottaggio. Ma perfino l’importanza dei Giochi passa in second’ordine: il controllo strategico del Tibet, la repressione di ogni sfida politica al partito comunista, sono priorità assolute.
Nel frattempo ieri, a Dharmasala, si è svolta una manifestazione pacifica con candele accese per evidenziare le recenti e continue violazioni dei diritti umani in Tibet e per esprimere, a nome del popolo tibetano in esilio, la volontà di ottenere libertà di espressione e una patria realmente autonoma.
Il Dalai Lama, intanto, ha chiesto aiuto al resto del mondo:
Per favore indagate da soli, se possibile lo faccia qualche organizzazione rispettata a livello internazionale, indaghi su che cosa è successo, su qual è la situazione e quale la causa. All’esterno tutti vogliono sapere, me compreso. Chi ha davvero creato questi problemi adesso? In realtà credo che tutti sappiano qual è il mio approccio. Ognuno sa qual è il mio principio, completa non violenza, perchà© la violenza è quasi come un suicidio. Ma che il governo cinese lo ammetta o no, c’è un problema. Il problema è che l’eredità culturale nazionale è in una fase di serio pericolo. La nazione tibetana, la sua antica cultura muore. Tutti lo sanno. Pechino semplicemente si affida all’uso della forza per simulare la pace, ma è una pace creata con l’uso della forza e il governo del terrore. Un’armonia genuina deve venire dal cuore del popolo, sulla base della fiducia, non della paura.
Poi, per quanto riguarda le Olimpiadi, ha detto:
La comunità internazionale ha la responsabilità morale di ricordare alla Cina che deve essere un buon ospitante dei Giochi Olimpici. Ho già detto che ha il diritto di tenere le Olimpiadi, e che il popolo cinese ha bisogno di sentirsi orgoglioso di questo.
Io trovo veramente scandaloso che tutto il mondo resti a guardare senza alzare un dito (se il Tibet fosse ricco di petrolio o di altre risorse economiche, vedreste come si sarebbe mobilitato tutto il mondo!) e trovo altrettando scandaloso che nessuna nazione si sia rifiutata a partecipare a queste Olimpiadi di violenza e repressione.
Fonte di qualche stralcio di articolo: Repubblica
Fonte foto: Zorro
16 Marzo 2008 alle 19:16 Quota
Paolo la Cina è troppo importante per noi occidentali, nessun oserebbe andargli contro.
Quello che bisogna fare secondo me è approfittare della vetrina delle olimpiadi per lanciare
un messaggio, un messaggio comune di tutti gli atleti del mondo che vogliono che finisca l’oppressione e la violenza del governo cinese contro la Birmania e il Tibet.
Poi il resto sono opinioni. :)
16 Marzo 2008 alle 20:52 Quota
Sottoscrivo a pieno le tue parole e le tue sensazioni.
Partner commerciale troppo importante per europei ed americani: nessuno farà nulla, pochissimi si schiereranno, troppe voci verranno smorzate o soffocate.
Di Gebrselassie che non correrà , se ne è parlato per 24 ore sì e no.
Di quanto sta succedendo se ne parlerà forse qualche giorno: poi, finito il carnevale rimarrà solo da spazzare via gli ultimi coriandoli lasciati a terra.
Perchè c’è altro a cui pensare, altro più importante.
“Il re è morto, evviva il re”
Finirà mai questa inciviltà o finirà prima la civiltà ?
16 Marzo 2008 alle 23:54 Quota
@FAB e Tom: uff, che mondo di m**da, dove contano solo i soldi e il potere! :-|
17 Marzo 2008 alle 11:51 Quota
forza tutti contro questo genocidio assurdo libertà al Tibet….
17 Marzo 2008 alle 12:17 Quota
Mah i vincitori possono anche protestare mentre sono sul podio, vi assicuro che secondo me farebbe scalpore.8-)
17 Marzo 2008 alle 14:01 Quota
@Tom: figurati.. quando sono sul podio a tutto pensano tranne a protestare! :-D
18 Marzo 2008 alle 14:52 Quota
Ma come possiamo pensare di fare qualcosa per il tibet(apparte scrivere lamentele per cinesi)lassu a 4000m,quando non riusciamo a fare qualcosa per noi in Italia?Vedrete che tra un po’,tutti si sono dimenticati del Tibet….tutto serve “ora” per riempire giornali,radio e televisione. Anche in queste situazioni i Tibetani ci stanno insegnando come si stà al mondo…….TIBETAN FREE
19 Marzo 2008 alle 7:53 Quota
@tibetano: questo è senza dubbio vero, purtroppo :-(
28 Marzo 2008 alle 11:05 Quota
sono d’accordo con tibetano che tutto questo serva per riempire i media (y) ma tra tutto questo inondamento di notizie :s che ci stanno facendo avere non ci stanno facendo vedere la cosa piu’ evidente, che ci sta (come solito) una forte propaganda (subliminale) anticomunista e filo americana.(n)
questo non è EVIDENTE? 8-) io credo che chi sia a favore dei Tibetisti sia a favore di una sottomissione del Tibet all’America, ma trattandosi di (come detto dal presidente cinese) affari interni (voi chi PREFERITE?);)
al posto di dire TIBET FREE e farvi prendere per il cul. dai MEDIA dovreste dire
PALESTINA FREE
IRAQ FREE
28 Marzo 2008 alle 20:47 Quota
@sad: mha, io credo che tu stai vedendo la questione con una ottica molto, anzi troppo, ristretta.
Ciao, Paolo.
30 Marzo 2008 alle 0:28 Quota
@Sad :
Scusami, Sad, non pensi che un uomo che soffre e muore in nome della libertà si meriti un minimo di considerazione, in Tibet, in Palestina o in Iraq?
I diritti dell’Uomo non sono per tutti gli uomini?
Se te la senti di dire “PALESTINA FREE”, “IRAQ FREE”, ottimo!
Nessuno te lo vieta, ANZI!… nemmeno il governo Cinese, … per lo meno in Italia.
Ma per favore, non venire a parlare di cose che non sembri conoscere!
Sei tu che vieni a parlare di “AFFARI INTERNI” : la repressione cinese in Tibet dura da più di 50 anni!… Eppure, non sembra preoccuparti un fatto. Che cosa ci sono venuti a fare, i Cinesi negli “affari interni” tibetani?
Ti dico un’ultima cosa: non ho niente di filo-americano, credimi (e forse Paolo te lo potrebbe confermare, se non ce l’ha più con me… ;-) )
Ma la respressione e la violenza subita da un popolo NON VIOLENTO per tradizione e fede, non si dovrebbe tollerare in nessuna parte del mondo.
AU NOM DES DROITS DE L’HOMME ET DE LA LIBERTE DES PEUPLES A DISPOSER D’EUX-MEMES
SOSTENETE I TIBETANI!
Tashi Delek
Isabelle
07 Aprile 2008 alle 10:06 Quota
Ma tutto sommato i cinesi non sono mica quegli straccioni degli iracheni o degli arabi.
Bush ha dichiarato che sarà lì all’inaugurazione delle Olimpiadi, sminuendo cosìi diritti LEGITTIMI di un popolo (quello tibetano), a favore dei cinesi che come si sa, non sono quelli di 10 anni fa che vendevano cianfrusaglie in giro x il mondo.
Il messaggio degli atleti sarebbe bello. Mi ricordo di un atleta americano che forse 4 anni fa, durante i giochi, dichiarò di non sopportare i fischi che si prendeva solo perchà© americano, denunciando i suoi palesi disaccordi sulla politica estera di Bush…
Un messaggio di pace forse non cambierà il sistema e gli interessi, ma è sempre un messaggio visibile a livello mondiale…